Quanto siamo fortunati ad aver amato?
E quanto ad aver avuto qualcuno che ci amasse?
Un amore, un nonno, una zia, un padre, un fratello, una madre, una sorella, un’amica, un amico, un animale.
Non importa chi o cosa.
So di piante che mi hanno amato tantissimo, come io ho amato loro.
E non conta che questo amore sia ancora presente nelle nostre vite o meno.
Che sia vivo o che sia morto, resterà per sempre una benedizione.
E se saremo in grado di essere leggeri e delicati nei passi della nostra anima, riusciremo a provarlo di nuovo.
Come un manto scenderà soffice sulle nostre spalle e cingendoci, ci incoronerà.
Esattamente come quando quell’amore potevamo sperimentarlo dal vivo.
Perché non ne siamo senza solo a causa del fatto che chi ce lo donava non è più nella nostra vita.
Farlo vibrare nuovamente dentro, dipende solo da noi.
Con tutto il dolore che a volte comporta.
E io stanotte ti ho sentita.
Forte e chiara.
Rumorosa come sempre.
Mentre scrivevo.
Ridevi.
Ridevi forte.
E ripetevi “Scrivi amore mio, scrivi!”.
E come promesso, sto scrivendo.
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