L’unico modo per riuscire a vedere e godere dell’ignoto, come dell’invisibile, è rimanere aperti.
Pronti a essere sconvolti e coinvolti da qualcosa che non aspettavamo.
Nella vita ho sofferto molto, ma con estrema grazia, ho cercato di non lasciare mai che il dolore mi chiudesse in qualche gabbia.
Non so se ci sono riuscita del tutto, anzi non credo.
Ma so che, proprio per contrastare questa reclusione, amo perdermi.
Nel calore di un abbraccio.
In quell’amore fulminante che ho provato allo scambio di quel primo sguardo.
In quel sorriso, che quando esplode illumina il mondo.
In quegli occhi che mi raccontano, senza proferir parola, un universo sconosciuto e immenso.
Così vicino e lontano da me.
Per questo, se non esplicitamente richiesto, non bado alla strada,
la piazza, la fermata, la stazione, la via.
Semplicemente mi muovo.
Direzione cuore.
E se mi perdo, benvenga.
Ogni volta infatti faccio scoperte ed esperienze entusiasmanti.
E nessuna di queste non merita quel apparente spreco di tempo.
Una nuvola carica di pioggia.
Uno squarcio di mare inaspettato.
Un raggio di sole quando il vento si fa più freddo.
Amo il flusso della vita e amo ascoltarlo.
Ma ciò è possibile solo se ci si abbandona a quanto ci sta accadendo.
E per questo, quando posso, mollo inconsapevolmente il timone e lascio che a navigare sia il vento.
Tanto, so che se pur dovessi perdermi, mi ritroverò ancora più forte e consapevole di prima.
Su una strada nuova e sconosciuta, colma di un bagaglio di inattesa esperienza.
Questo libro nasce così.
Nell’abbandono.
A me stessa, all’emozione, al ricordo, al vissuto.
Mio o di qualcun altro.
E ve lo dedico con tutto il mio amore.
Sylvie
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